Avvocato mostra documento ufficiale del tribunale di Venezia, poi rivela quando si terrà l’udienza: 2030

A volte la realtà supera l’immaginazione, e quando succede nel mondo della giustizia italiana, il risultato è a dir poco sconcertante. L’avvocato @avv_giuseppe_di_palo, noto sul suo canale social per raccontare con schiettezza le storture del sistema giudiziario del nostro Paese, ha recentemente condiviso un video che ha lasciato il pubblico letteralmente a bocca aperta: un’udienza rinviata addirittura al 2030. Sì, avete letto bene. Tra cinque anni da oggi.

Nel video, che ha rapidamente superato le 93.000 visualizzazioni e raccolto quasi 8.000 like, @avv_giuseppe_di_palo mostra i documenti reali che attestano questo rinvio surreale, provenienti dall’Ufficio del Giudice di Pace di Venezia. Con il suo stile diretto e senza filtri, l’avvocato trasforma quella che potrebbe sembrare una semplice questione burocratica in una riflessione profonda sullo stato della giustizia nel nostro Paese, evidenziando come i tempi della giustizia italiana stiano raggiungendo livelli semplicemente insostenibili per i cittadini.

Tempi biblici della giustizia: quando il diritto diventa un miraggio

La questione sollevata da @avv_giuseppe_di_palo va ben oltre il singolo caso specifico. Come può un comune cittadino avere fiducia nel sistema giudiziario quando l’unica porta a cui può bussare per risolvere un conflitto si apre “forse, forse, tra 4-5 anni”? La domanda è retorica, ma il problema è tremendamente concreto. Nel frattempo che si attende il 2030, la vita non si ferma: le attività commerciali chiudono, i rapporti si spezzano, i creditori rinunciano ai loro diritti e i debitori possono approfittare della situazione.

Secondo quanto emerge dal video, questa situazione crea un paradosso pericoloso: chi ha torto ha tutto l’interesse a tirare per le lunghe, mentre chi ha ragione viene spinto dalla disperazione a cercare soluzioni alternative, spesso al di fuori delle regole. È esattamente il contrario di ciò che dovrebbe significare vivere in uno stato di diritto.

Rinvio udienza: un problema politico prima che giudiziario

L’analisi di @avv_giuseppe_di_palo si fa ancora più incisiva quando definisce questo rinvio “un messaggio politico prima ancora che giudiziario”. È come se qualcuno stesse dicendo ai cittadini: lo Stato non c’è, arrangiatevi da soli. La giustizia italiana smette così di essere un servizio pubblico per diventare una vera e propria lotteria temporale, dove vince chi ha tempo e soldi per resistere, mentre tutti gli altri sono costretti a rinunciare.

Ma quando la gente rinuncia ai tribunali, i conflitti non spariscono magicamente. Semplicemente si spostano altrove: nell’economia grigia, nei ricatti, nelle “vendette silenziose”, come le definisce efficacemente l’avvocato. Uno Stato che accetta rinvii del genere per cause ordinarie non amministra la giustizia, la rimanda, la diluisce e, alla fine, la nega proprio a chi ne avrebbe più bisogno.

@avv_giuseppe_di_palo

La giustizia è definitivamente morta… #giustizia #processo #giudice

♬ suono originale – Avv. Giuseppe Di Palo

Quanto aspetteresti per un'udienza in tribunale?
Massimo 6 mesi
Fino a 1 anno
Fino a 2 anni
Anche 5 anni pur di avere giustizia
Rinuncerei subito

Storie di ordinaria ingiustizia: le testimonianze dei cittadini

I commenti sotto il video hanno trasformato il contenuto in una vera e propria piazza virtuale dove centinaia di persone hanno condiviso le proprie esperienze. Una utente racconta: “va riformata. Votiamo SI”, esprimendo la necessità di un cambiamento radicale del sistema. Un’altra testimonianza particolarmente toccante parla di un processo durato 12 anni, con oltre 60 udienze, che ha visto una madre di tre figli passare da vittima a persona obbligata a pagare le spese processuali.

C’è chi si trova dietro a una causa civile da quasi 11 anni, con continui cambi di giudice, rinvii e persino la scomparsa del fascicolo. Altri commentano con rassegnazione: “l’Italia paese dell’ingiustizia” o “Stiamo rasentando proprio la follia”. Sono voci che testimoniano un malessere diffuso e una sfiducia crescente verso un sistema che dovrebbe proteggere i cittadini, non abbandonarli.

Riforme giustizia: servono risposte concrete e immediate

Come sottolineato nel video di @avv_giuseppe_di_palo, dietro questi rinvii biblici c’è un problema strutturale che va ben oltre la semplice gestione delle agende. È una questione di risorse, di organizzazione, ma soprattutto di priorità politiche. Un commentatore fa notare giustamente che per certi casi la giustizia riesce a essere rapidissima, mentre per il cittadino comune i tempi diventano interminabili.

La situazione diventa ancora più paradossale quando si considera che, in molti casi, dopo anni di attesa e spese legali, i procedimenti possono decadere per termini, lasciando le persone con un pugno di mosche in mano e la sensazione di essere state “prese in giro”, come racconta efficacemente un’altra utente. Il video non è solo una denuncia, ma un vero e proprio campanello d’allarme per tutti noi.

Quando la giustizia italiana diventa così lenta da risultare praticamente inaccessibile, non stiamo parlando solo di inefficienza burocratica, ma di un fallimento dello Stato nel garantire uno dei diritti fondamentali dei cittadini. In un Paese che si definisce civile e democratico, un’udienza rinviata al 2030 non dovrebbe essere possibile. Eppure eccoci qui, con documenti ufficiali alla mano che dimostrano come questa sia la nostra realtà quotidiana. La domanda ora è: cosa siamo disposti a fare per cambiare questo stato delle cose?

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